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Lassità legamentosa ginocchio: sintomi, cause e cura


Cosa s'intende per lassità legamentosa del ginocchio?


Con il termine lassità legamentosa del ginocchio si indica una condizione in cui i legamenti che stabilizzano l’articolazione del ginocchio risultano più lassi del normale, cioè meno tesi e meno capaci di garantire una stabilità adeguata durante il movimento.


Il ginocchio è un’articolazione complessa che collega femore, tibia e rotula e che deve essere allo stesso tempo mobile e stabile. Questo equilibrio è garantito principalmente da quattro grandi legamenti:


  • Legamento crociato anteriore;
  • Legamento crociato posteriore;
  • Legamento collaterale mediale;
  • Legamento collaterale laterale.


In condizioni normali, questi legamenti mantengono correttamente allineate le superfici articolari, permettendo di camminare, correre, salire le scale o sedersi in sicurezza. Quando però i legamenti risultano eccessivamente elastici, il ginocchio può diventare meno stabile, dando origine a quella che viene comunemente definita sensazione di “ginocchio lasso”.


È importante sottolineare che la lassità legamentosa non coincide automaticamente con una lesione: in alcuni casi i legamenti sono integri ma troppo elastici. Questa condizione, però, può aumentare il rischio di instabilità, infortuni e usura precoce dell’articolazione, soprattutto in chi pratica sport o attività fisicamente impegnative.


Come dimostrato da uno studio scientifico e confermato anche dagli ortopedici del ginocchio accreditati dal sito di prenotazioni mediche online EccellenzaMedica.it, la lassità è comune nei pazienti giovani ed è associata a una maggiore incidenza di lesioni muscoloscheletriche, non soltanto a carico del ginocchio.

lassità legamentosa ginocchio


Quali sono i sintomi dei legamenti lassi?


I sintomi della lassità legamentosa del ginocchio possono variare molto da persona a persona, in base al grado di lassità, ai legamenti coinvolti e al livello di attività fisica. In alcuni casi i disturbi sono lievi, in altri possono incidere in modo significativo sulla vita quotidiana e sportiva.


Il sintomo più caratteristico è la sensazione di instabilità, spesso descritta come un ginocchio che cede o non dà sicurezza, soprattutto durante il cammino veloce, la corsa, i cambi di direzione o la discesa delle scale. Tra i segnali più comuni rientrano:


  • Instabilità articolare o sensazione di “ginocchio che scappa”;
  • Dolore al ginocchio, che può aumentare con lo sforzo fisico;
  • Gonfiore ricorrente (versamento articolare), soprattutto dopo l’attività;
  • Click, scrosci o scatti articolari durante il movimento;
  • Aumento dell’escursione articolare (ipermobilità);
  • Episodi frequenti di distorsioni, sublussazioni o piccoli traumi;
  • Affaticamento muscolare o spasmi come meccanismo di compenso;
  • Formicolii.


Nei casi cronici o non trattati, la lassità legamentosa può portare a un progressivo peggioramento della funzionalità del ginocchio, con riduzione delle prestazioni fisiche, paura del movimento e difficoltà nelle attività quotidiane.


Quali sono le cause?


La lassità legamentosa del ginocchio ha un’origine multifattoriale, cioè può dipendere da più fattori che agiscono singolarmente o in combinazione. In alcune persone è presente fin dall’infanzia, mentre in altre si sviluppa nel tempo a seguito di traumi, sovraccarichi o condizioni sistemiche che interessano i tessuti connettivi.


È una condizione relativamente frequente nei bambini e negli adolescenti, mentre negli adulti sono maggiori i rischi di instabilità e infortunio, soprattutto se la lassità è acquisita. Di seguito una tabella riassuntiva delle principali cause.


CausaDescrizione
Cause congenite e genetichePredisposizione genetica a legamenti più elastici; lassità costituzionale presente già dall’infanzia.
Disturbi del tessuto connettivoPatologie come sindrome di Ehlers-Danlos, sindrome di Marfan e altre condizioni che alterano la resistenza dei legamenti.
Traumi e infortuniPrecedenti distorsioni, stiramenti o lesioni dei legamenti (LCA, LCP, collaterale laterale e mediale) che che determinano una riduzione della capacità dei legamenti di stabilizzare l’articolazione.
Sovraccarico funzionaleAttività sportive intense, movimenti ripetitivi o stress meccanici prolungati sull’articolazione del ginocchio.
Fattori ormonaliVariazioni ormonali (ad esempio in gravidanza o durante il ciclo mestruale) che possono influenzare temporaneamente l’elasticità legamentosa.
Sovrappeso e obesitàAumento del carico articolare che sottopone i legamenti a uno stress costante, favorendone l’allungamento nel tempo.


Come si effettua la diagnosi di ginocchio lasso?


La diagnosi della lassità legamentosa del ginocchio comincia con una visita ortopedica, nel corso della quale l'ortopedico del ginocchio valuta in modo accurato la stabilità dell’articolazione e il coinvolgimento dei singoli legamenti.


Il primo passo è l’ascolto dei sintomi riferiti dal paziente: sensazione di instabilità, episodi di “cedimento”, dolore ricorrente, gonfiore dopo l’attività o una storia di distorsioni frequenti. Questi elementi orientano il medico verso il sospetto di un ginocchio lasso. L’ortopedico esegue test specifici per valutare la stabilità del ginocchio, tra cui:


  • Test di Lachman e test del cassetto anteriore per il legamento crociato anteriore (LCA);
  • Pivot shift test per l’instabilità rotatoria;
  • Stress test in varo e valgo per i legamenti collaterali;
  • Eventuale valutazione dell’ipermobilità generale se si sospetta una lassità costituzionale.


Questi test permettono una prima valutazione funzionale, ma possono essere influenzati dall’esperienza dell’esaminatore. La risonanza magnetica è un esame diagnostico utile per studiare l’anatomia dei legamenti e individuare eventuali lesioni associate (menisco, cartilagine). Non sempre, però, è sufficiente per rilevare lesioni parziali o quantificare il grado di lassità.


Come trattare la lassità legamentosa del ginocchio?


Il trattamento della lassità legamentosa del ginocchio dipende dall’entità del problema, dai sintomi e dall’impatto sulla vita quotidiana o sportiva del paziente. In assenza di grave instabilità, l’approccio iniziale è quasi sempre conservativo. La chirurgia viene presa in considerazione solo nei casi in cui il ginocchio risulti instabile in modo persistente o quando i trattamenti non invasivi non sono sufficienti. Di seguito una tabella riassuntiva delle principali opzioni terapeutiche.


Trattamento conservativoTrattamento chirurgico
  • Fisioterapia mirata: rinforzo dei muscoli stabilizzatori del ginocchio (quadricipite, ischiocrurali, glutei) per compensare la lassità dei legamenti;
  • Esercizi di propriocezione ed equilibrio, utili per migliorare il controllo neuromuscolare e ridurre il rischio di cedimenti articolari;
  • Tutori o ginocchiere: forniscono un supporto esterno durante le attività fisiche più impegnative;
  • Modifica delle attività: riduzione temporanea degli sport ad alto impatto e adattamento dei carichi di lavoro sul ginocchio;
  • Trattamento della causa sottostante: nei pazienti con lassità costituzionale o patologie del connettivo, l’obiettivo è il controllo funzionale più che la “correzione” anatomica.
  • Ricostruzione legamentosa: indicata in caso di instabilità significativa o recidivante, soprattutto per il legamento crociato anteriore (LCA);
  • Chirurgia artroscopica: tecniche mini-invasive che permettono tempi di recupero più rapidi e minori complicanze rispetto alla chirurgia tradizionale;
  • Riabilitazione post-operatoria: parte integrante del trattamento chirurgico per recuperare forza, stabilità e funzionalità.


chirurgia per lassità legamentosa ginocchio


Come prevenire la lassità dei legamenti del ginocchio?


La prevenzione della lassità legamentosa del ginocchio si basa principalmente su strategie volte a ridurre lo stress articolare, migliorare la stabilità muscolare e limitare il rischio di infortuni, soprattutto nei soggetti predisposti. Ecco le principali misure preventive:


  • Rinforzo muscolare mirato, in particolare di quadricipite, ischiocrurali e glutei, per offrire un supporto attivo all’articolazione;
  • Esercizi di stretching controllato, utili per mantenere una buona mobilità senza aumentare eccessivamente l’elasticità legamentosa;
  • Riscaldamento e defaticamento adeguati prima e dopo l’attività fisica, per ridurre il rischio di microtraumi;
  • Controllo del peso corporeo, fondamentale per limitare il carico continuo sul ginocchio;
  • Attenzione agli sport ad alto impatto, che possono essere ridotti o svolti con le dovute precauzioni in caso di ipermobilità;
  • Educazione al movimento corretto, per evitare gesti scorretti o sovraccarichi ripetitivi.


Domande frequenti


Quali sono gli esercizi consigliati?


Esercizi di rinforzo di quadricipite, ischiocrurali e glutei, associati a lavoro su equilibrio e propriocezione, per migliorare la stabilità del ginocchio.


Come si svolge la riabilitazione post-operatoria?


Prevede un percorso progressivo con recupero della mobilità, rinforzo muscolare e rieducazione propriocettiva, sotto la supervisione di uno specialista, per ridurre il rischio di nuove instabilità.


Meglio ortopedico o fisiatra per la lassità del ginocchio?


L’ortopedico è il riferimento per la diagnosi e le decisioni chirurgiche; fisiatra e fisioterapista sono fondamentali per la riabilitazione e il trattamento conservativo.


Fonti e bibliografia


  • Wolf, Jennifer Moriatis et al. “Impact of joint laxity and hypermobility on the musculoskeletal system.” The Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons vol. 19,8 (2011): 463-71. doi:10.5435/00124635-201108000-00002.

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